Come scegliere un insegnante di canto quando non si ha alcun criterio, nessun orientamento da seguire?
Certo è difficile scegliere il primo insegnante (ma spesso anche il secondo, il terzo, ecc., se non si è molto fortunati!); il nostro consiglio è quello di evitare nel modo più assoluto: chi non ha mai studiato canto, chi non sappia esemplificare con la propria voce ciò che intende insegnare, chi non sappia rispondere con chiarezza a qualsiasi domanda. In seconda battuta sarebbe meglio evitare anche quei cantanti che godono o hanno goduto di una certa celebrità ma hanno cantato più su una certa disposizione naturale e non hanno maturato una autentica coscienza della voce.
E’ normale, o può essere tollerabile, che una lezione di canto stanchi l’allievo?
Bisogna intendersi sul senso di stanchezza. Una lezione di canto è sempre impegnativa per la mente e anche per il corpo; quindi terminare con un certo senso di stanchezza può essere normale, ma ci dovrebbe essere, di contro, anche soddisfazione, voglia di continuare, orgoglio di aver raggiunto un buon risultato. La stanchezza non si dovrebbe mai avvertire a livello di organi preposti alla fonazione o nella voce stessa. Raramente, magari quando si è, inconsapevolmente, un po’ giù di forma, la stanchezza può avvertirsi prima, o la voce potrebbe leggermente velarsi, o sentire un aumento della secrezione catarrale. Il maestro deve accorgersene per tempo e interrompere la lezione o passare ad esercizi più leggeri o che addirittura abbiano un’azione risanante. Non deve mai succedere che la voce venga a mancare o mostri evidenti segnali di difficoltà. Se problemi di questo tipo avvengono più di una volta o due, siamo in presenza di un insegnante non ottimale, che è forse meglio lasciare.
Può essere valido iniziare una lezione con esercizi leggeri di un’ottava o una decima di estensione?
Assolutamente no! L’Arte si apprende con esercizi semplici, partendo da una nota comoda nel registro di voce parlata più consona al soggetto, e da qui ci si sposta verso l’alto per semitoni, per ridiscendere ogniqualvolta ci sono segnali di difetti. Un’esercizio su un’ampia estensione, per quanto leggero, non permette l’acquisizione di alcuna coscienza vocale, perché sarebbe troppo impegnativo cogliere i difetti che appaiono man mano. Ci sono insegnanti che ritengono che fare un ciclo di vocalizzi su e giù per la gamma sia sufficiente per acquisire una vocalità. E’ il segnale di una incompetenza assoluta. Studiare significa analizzare e correggere. L’insegnante sa quando accettare il suono con un certo grado di difetto, in quanto, per quella lezione, non si può pretendere di più, ma sempre dopo aver fatto raggiungere all’allievo un risultato di cui si renda conto.