L’antica scuola del belcanto italiano ha sempre sostenuto che l’arte del canto equivale all’arte del respiro. Questa frase, così esposta, può essere interpretata in qualsivoglia modo, tant’è vero che tutti gli insegnanti di canto affermano di insegnare a cantare “sul fiato” e di insegnare la “giusta” respirazione per il canto. Purtroppo per il 90% questo non è affatto vero. E’ realmente difficile comprendere cosa significa “arte del respiro atto al canto esemplare”. Molti pensano alle tecniche respiratorie, pensano alla quantità d’aria da inspirare, pensano ai tanti modi per “controllare” il diaframma… Tutte questioni spinose e che non trovano soluzione se alla base non si comprendono le interazioni tra il canto e le funzioni vitali. Aumentare la capacità polmonare, sviluppare la muscolatura del busto sono tutte azioni utili, ma pensare che possano realmente portare a disciplinare in perfetto l’apparato vocale, è illusorio. L’Arte del respiro significa commutare l’apparato respiratorio fisiologico in un apparato di alimentazione di suoni, cioè modificare profondamente la qualità del respiro, e questo è possibile ottenerlo solo con adeguati esercizi che facciano uso della voce sì che i tre apparati (respiratorio, produttore e amplificante) entrino perfettamente in relazione tra di loro.